I termini di arte e pittura moderna si usano per indicare la pittura immaginativa. I quadri così denominati possono essere astratti o reali, però filtrati dalla sensibilità dell’autore, secondo la sua psicologia individuale. L’artista dà forma ai caratteri e ai valori tipici del suo tempo e resta a sua volta condizionato e formato da questo. Negli ultimi cinquant’anni i nuovi metodi espressivi hanno trionfato decisamente. La moderna opera d’arte ha abbandonato non soltanto il piano delle cose concrete, ma anche il piano individuale. Maurizio Caruso ci presenta una pittura totalmente personale, dove il suo occhio intimo scruta il mondo della vita, delle cose esistenti e di quelle create da una fantasia di immaginazione, sogno, percezione con la quale esprime le proprie visioni interiori, cercando di individuare il fondo spirituale della vita. Personale e individuale è il metodo della rappresentazione, lo stile dei nuovi tipi di linee e colori. Quelli di Caruso sono segni tracciati con intenzione espressiva autonoma che ci riportano ai grovigli dell’inconscio, una visione irreale a cui il segno dà valore espressivo. Qui, i concetti di misura, di proporzione, di rapporti armonici, non sorgono neppure: il brutto, il deforme, il mostruoso, e tutto ciò che è vita, si carica di potenzialità espressive. E’ noto che al concretezza di una poesia è nel verso, con i suoi accenti, che danno alle parole un particolare ritmo. Per l’arte pittorica gli elementi che costituiscono la concretezza delle immagini sono i simboli della visibilità con i loro valori: spazi, cadenze, massa, volume, linea, superficie, chiaroscuro, sfumato, tono. Caruso pone all’interno dei segni limite alle figure, una visione del mondo che non tende alla bellezza, ma alla immediata comunicazione espressiva, alla suggestione, alla persuasione con aggressività d’immagini. I segni del disegno sono dominati da una perfezione di intenti tesa allo stupore, ma anche ad una rappresentazione di un rapporto personale con la realtà che sta fra l’ironico e il provocatorio. I grigi sono di una bellezza sussurrata, stupendi, dove le figure trasfigurate, sono assorbite e riproposte dall’autore con vera genialità. Per dare un giudizio critico bisogna sempre conoscere l’ambiente, il particolare temperamento dell’artista, il clima storico in cui opera e sorge. Il giudizio di piacevolezza o meno ha solo valore edonistico e può mutare secondo il gusto di chi lo guarda. Soprattutto per un giudizio critico penetrante, occorre, saper distinguere nelle opere visive i diversi modi del ritmo, che può anche essere affidato all’impulso, ma che spesso è dettato da leggi, come avviene per la musica e la poesia.
Il ritmo risponde a tutta la nostra vita: è ritmo il respiro, l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, dei nostri passi. E’ in ogni caso richiamo interno di spazi, e quindi di movimento, anche se tutto sembra fermo. Senza pretendere di auscultare la sensibilità profonda di Maurizio Caruso, la cui opera si altalena in chiarezza di colori e chiaroscuri, di ombre dove la magia personale che lo ispira sembra proporsi staticamente; dove le immagini sono chiaramente espressione di una aspirazione a condizionare il mondo reale della bellezza dell’intuizione fantastica, possiamo senz’altro credere alla manifestazione di una interiorità complessa, forse tortuosa, che quasi sempre denota e caratterizza i veri artisti.
Filippo Finardi