Non ho le pretese di essere un critico d’Arte, ma una collega pîttrice che ha il privilegio di raccontare con le proprie parole le emozioni vissute dinnanzi alle sorprendenti opere pittoriche di Maurizio Caruso, le quali richiedono uno sguardo attento sulle intricate proiezioni dello spirito generate nell’infinito della creazione. L’Arte è come una fontana che sgorga eterna dall’intelligenza universale e da cui scaturisce la creatività dell’artista che vi attinge l’ispirazione e realizza sulla tela la percezione dei suoi sogni. Maurizio Caruso ci porta a fare un viaggio mistico nel cuore della fantasia della sua genialità che nell’apparenza della diversità, a volte mistica o gioiosa, egli evoca il mistero e ci rivela il mondo dei suoi sogni. Ci trasporta alla scoperta di un universo che è nascosto nei nostri proprii desideri. Ogni opera che scaturisce dalla magìa geniale del suo creatore, nella sua unicità è invero un tassello del grande affresco che celebra la vita nelle sue molteplici dimensioni, in una trama di colori sgargianti, abbaglianti e dove un fiume perenne, simbolo del tempo che scorre, attraversa la storia sensibile dell’arte dell’umanità. Nell’evocazione di tutto quanto vi è di bello nell’animo umano, Caruso, in un richiamo poetico, trascende il mondo visibile e si immerge in una dimensione dove tutto vibra in un turbinìo di colori, nella freschezza del mattino, nel calore del mezzogiorno e nelle voci sussurrate e misteriose della notte dove i tumulti dell’anima si infrangono in un perpetuo movimento che travolge i caseggiati medioevali e le torri lambiti dai flutti dai quali personaggi fantastici emergono dalla percezione dei propri sogni occulti. In un richiamo poetico, il geniale artista, fa riferimento alle origini del genio umano, accennando all’Arte antica egizia, alle pietre che vivono nel mistero dell’isola di Pasqua, estrinseca nella letteratura del Divino Dante, nel Rinascimento, fino a sfiorare con la sensibilità di un vero artista, alcune ispirazioni e vibrazioni nell’Arte Moderna.
Martha Nassibou.