sempre alla gioia di vivere in un mondo di colore e di luce che ha origine nel nostro profondo sud, dove appunto l’artista  e’ nato. E’ forse la stessa luce di Corpora anche egli bagnato dalla mediterraneità   e che, apparentemente in antitesi, uno figurativo l’altro astratto e informale, hanno in comune gli stessi cromatismi.
Caruso parte sempre da motivi fenomenici, iconici, magari stilizzati, reinventati, in uno zibaldone di colori racchiusi in forme  in cui prevalgono sempre larghe campiture a plat. Cade come in quasi tutta la contemporaneità la prospettiva, tutto e’ bidimensionale, i piani sono annullati, le figure, gli oggetti,  le architetture prendono vita da una linea marcata  che ricorda vagamente lo stile liberty. Nelle campiture larghe non sono presenti le ombre e i mezzi toni; il cromatismo acceso e ‘ dato grazie ad una luce solare non portata, ma intrinseca alla forma: non e’ una luce esterna ma esiste in se e’ endemica in ogni elemento del dipinto. Questo penso sia una sorta di sentire del profondo sud dove, parafrasando Carmelo Bene, il magico primario e’ ancora presente   nelle figure dei santi, degli stiliti , nella natura la quale emana una aura una luce propria . L’artista riprende queste assonanze arcaiche reinterpretandole con  temi piu’ consoni alla contemporaneità’. Egli oltrepassa il mare di Calabria per approdare in un continente ancora  più magico, ed ecco affiorare nei suoi dipinti le maschere africane. architetture arabe, moresche;  il tutto e’ compatto squadernato, le figure sono tutte in superficie nei limiti bidimensionali dello spazio pittorico.
Intellettualizzando la pittura popolare, e riproponendo in chiave moderna alcuni  modi delle avanguardie del novecento ( si veda a tal proposito alcune sfaccettature cubiste ed alcuni elementi inizio secolo nella elaborazione dell’opera) – le sue forme, se vogliamo riprendere le categorie wolfliane, sono rigidamente chiuse, la visione e’ in superficie e non in profondità’, il lineare prevale sul plasticismo, la chiarezza di ogni forma e’ assoluta il primario che e’ presente  nella sua poetica e’ reso secondario solo superficialmente, i due poli sono sempre in rapporto dialettico. Le forze primarie premono dall’interno dell’opera celandosi dietro ai totem o alle figure femminili.