ne mai lo vedrò, nella sua “fucina d’arte” di Bologna, tra i suoi quadri appesi alle pareti o sparsi qua e là in tutti gli angoli del suo studio-bottega ove tra tubetti di colori semivuoti, pennelli, matite, bottigliette d’inchiostro di china, tele, fogli di carta e cartoncini di varie misure stanno disseminati dappertutto assieme ai suoi ferri del mestiere…, tuttavia con l’ausilio della mia fantasia lo immagino chino sul suo tavolo da lavoro a disegnare o dipingere su una tela o su un foglio di carta, fedele al suo impegno compositivo, con l’abilità che lo contraddistingue, intento a partorire un’altra delle sue opere d’arte.
Le sue opere, che qui tutti possiamo ammirare dal vivo, le ho viste per la prima volta sfogliando le pagine del suo catalogo “I COLORI DEL SILENZIO” edito nel dicembre 2006.
osservando le sue opere, quasi inconsciamente, ho dovuto fare parecchi salti nel tempo: “Viaggio in Egitto”, “Archi a Rabat”, “Migrare”, “Acropoli”, “Scopello”, “Salemi”, ma soprattutto “Ahu Nau Nau ad Anakena” tra i Moais dell’isola di Pasqua.
Un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso il quale ho potuto ammirare coloratissimi paesaggi che sembrano scaturire dai ricordi di un sogno inquieto e, nello stesso tempo, irreale.
Il mezzo della pitturaè il colore, come fondo e linea. L’artista usa i colori puri: acrilico o tempera e quasi con ferocia cromatica trasforma in opere d’arte i frutti della sua fantasia, volti trasfigurati, paesaggi irreali spgnati chissà dove e quando, brandelli di pensieri a cui dà forma e colore avvalendosi della sua sua più che trentennale esperienza.
Ciò che conta per Maurizio Caruso è fornire intensità all’opera attraverso il rafforzamento progressivo delle impressioni cromatiche: il colore come espressione di un sentimento da interiorizzare al massimo la forza espressiva.
Esotici coloratissimi volti, per lo più femminili: “Merlo indiano”, “Arcobaleno”, “Mantello cromatico”; strane ed elaboratissime figure in bianco e nero: “Stele con fiore” Bologna 2004, “Ezra Pound” Bologna 2000, “Attesa” Bologna 2003, “Nuba di kau” Bologna 2005, “Bam” (prima del boato) Bologna 2005, in china e matita, transitano dal presente al futuro evidenziando il concreto dinamismo dall’artista; l’istintiva operosità del suo spirito lo porta a creare composizioni sempre nuove perchè il senso della ricerca in Maurizio Caruso si traduce in soluzioni concrete in sintonia con la sua istintiva voglia di fare, di dire, di rappresentare efficacemente presente, passato e futuro, senza perdere mai di vista il gusto del bello, l’estetica e la sua ardita sinfonia di colori dove tutto è sostanza, luce, armonia d’insieme quale che sia il soggetto immaginario o reale.
Alberi, frutti, foglie, fiori, animali, paesaggi o volti di fanciulle dai grandi occhioni pieni d’espressività come una musica celestiale, ci fanno vibrareil core e ci riempiono l’anima di dolci emozioni.
Non c’è ripetitività nei suoi lavori, il suo stile è vario e articolato nel tempo, le sue geometrie hanno straordinari effetti visivi e un gioco d’ombre davvero eccezionale.
Maurizio Caruso è un artista di fama nazionale che ha riscosso pvunque vasti consensi, ha esposto i suoi quadri, come oggi a Trapani, in molte città d’Italia ed ha ottenuto sepre uno straordinario successo di pubblico e di critica per lìoriginalità dei suoi lavori e per le particolari tipologie dei suoi modi pittorici e garfici nonchè per le sue capacità tecniche caratterizzati da una forte personalità.
Dinanzi a certi suoi lavori si resta ammaliati e viene da chiedersi in quali meandri della sua fantasia sia andato a scovarli, vedi “Dogon del Mali” Bologna 2004, “Dolceacqua” Bologna 2003 e, infine, “Nuba Tadoro” Bologna 2005.
Lì Maurizio Caruso attinge dal suo inesauribileserbatoio di ispirazione e tar sogno e realtà con surreale armonia, svincolato dal tempo e dallo spazio, sciolto e felice nel sentirsi libero, dà sfogo a tutte le sue tensioni interiori e, da ogni preoccupazione estetica e morale, col suo esplosivo espressionismo raggiunge il culmine della sua arte.
Maurizio Caruso è un vero artista, ho apprezzato tantissimo il suop particolarissimo linguaggio visivo maturato nel tempo attraverso numerosi cicli produttivi sempre alla ricerca del nuovo e del bello. Quel suo tocco di sublime humus poetico caratterizza, da sempre, la straordinaria espressività della sua arte pittorica, grazie anche a quel quid di surrealtà ci induce a riflettere e ci sprona ad andare col pensiero oltre il visibile per poter scoprire appieno il suo meraviglioiso mondo popolato da strane figure colorate, spesso irreali, le quali esprimono con una certa ambiguità temporale una concezione personalissima dell’opera d’arte, egli ama percorrere strade nuove cercando di non lasciarsi imbrigliare da regole o modelli canonizzzati, anzi preferisce, in contrapposizione al trito e ritrito di sempre, un stile avanguardista volutamente tarsgressivo.
Le sue composizioni pittoriche sono veri e propri arcobaleni colorati che suscitano intense emozioni ed evidenziano una immediatezza espressiva davvero eccezionale.
Vito Lumia