nella pittura poetante di Maurizio Caruso è il colore, violento per esuberante energia vitale che si modella in forme riconoscibili e figure animate, appunto dal risalto cromatico, dalle tensioni lucenti, a volte accecanti, aggressive, sempre fastosamente e festosamente prorompenti, nei timbri squillanti, caldi, immediatamente espressivi.
E’ un gioco figurativo, un assemblaggio, di rimandi a specchio nel folto delle apparizioni, delle presenze evocate da universali civiltà dell’essere, in accensioni sorprendenti e ardite per accostamenti davvero insoliti, fra ambienti e creaturalità interagenti che sgorgano da una forte intensità d’ispirazione.
L’orgia coloristica incide così un personalissimo e originale linguaggio sulle tele in un vivacissimo travolgente caleidoscopio di evocazioni dei profili spesso sensuali seducenti, per emozioni vive sempre nascenti da un incontro sensoriale, materico, al contempo concreto e fantasioso, come è appunto il continuo germogliare e fluire delle sue eloquenti e segrete vibrazioni.
Dalle pitture si accende così una scrittura -voce lirica che si alza come un urlo squillante del silenzio – sonoramente eloquente proprio in forza e in virtù dei colori nitidi e fulgidi, che passano direttamente dal quadro dell’artista al cuore di chi lo contempla, istantaneo dono di comunicazione e commozione.